L’uso spropositato della plastica monouso è attualmente uno dei fattori più inquinanti del nostro ecosistema. Per questo è indispensabile un uso, ma soprattutto un riuso, consapevole di questo materiale tanto innovativo quanto inquinante.
La plastica è un composto organico, ottenuto da risorse a base di carbonio e idrogeno, ricavato per sintesi da petrolio e metano. La sua storia inizia verso la seconda metà dell’800 con le prime sperimentazioni scientifiche. È a partire dalla seconda metà del 900 che la produzione incrementa sempre più velocemente fino a raggiungere numeri esorbitanti grazie all’elevata adattabilità di questo materiale che ne permette un uso diffuso in ogni ambito della vita umana: dalla moda alla cucina, dal design all’arte, dal settore degli imballaggi a quello della cartoleria, compiendo una vera e propria rivoluzione culturale. Oggi è infatti impossibile immaginare un mondo privo di plastica.
È, invece, facile intuire come un uso così smisurato e radicato di materie plastiche abbia inciso considerevolmente sull’inquinamento del nostro ecosistema, l’adattabilità si riflette anche in questo: aria, suoli, acque e i loro habitat, faunistici e floreali, sono vittime dell’uso non sostenibile di queste materie.
Dati alla mano: i danni provocati dalla plastica monouso
Secondo recenti stime della Commissione Europea: più dell’80% dei rifiuti marini ritrovati sulle spiagge europee corrisponde a plastica, il 50% dei rifiuti marini europei corrisponde a plastica monouso, percentuali che determinano conseguenze di 630 milioni di euro per anno di danni al turismo europeo e 300 milioni di euro per anno di danni all’industria della pesca europea. Per questo motivo è stata emanata la Direttiva UE 2019/904, attuata in Italia con il Decreto Legislativo 196/2021, che impedisce l’immissione sul mercato di prodotti in plastica monouso - tra cui posate, piatti, cannucce e contenitori per cibo e bevande -, prodotti in plastica oxo-degradabile e attrezzi da pesca contenenti plastica.
L’intento è quello di ridurre drasticamente la produzione di plastica monouso che risulta fra le più impattanti a livello ambientale, in un’ottica di circolarità che prevede il potenziamento della raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio della materia prima.
Buone pratiche per un uso sostenibile degli oggetti
La plastica, si è già detto, è un materiale dalle caratteristiche strabilianti: è duttile, leggera, igienica, trasparente e a basso costo per una produzione su larga scala, per queste ragioni viene ampliamente utilizzata nei diversi settori industriali, ma altrettanto strabiliante è il suo potere inquinante. Nella nuova ottica ecosostenibile sono quindi state individuate pratiche che permettono un minor uso di questo materiale.
Stoviglie, posate, cannucce, bottiglie e contenitori usa e getta possono essere spesso facilmente sostituiti con rispettivi oggetti realizzati in metallo o vetro quindi più resistenti e in linea con principi di durabilità e riuso. Lavare e riutilizzare determinati oggetti è una sana abitudine da applicare quotidianamente.
Nel settore della moda è importante fare le giuste scelte acquistando - solo se realmente necessario - indumenti di seconda mano in ottimo stato o se nuovi realizzati con una singola fibra tessile, preferibilmente naturale o riciclata.
Per quanto riguarda l’igiene e la cosmesi - shampoo, saponi, detersivi, creme e trucchi - è preferibile utilizzare prodotti solidi e realizzati con ingredienti naturali, meno dannosi per la pelle e l’acqua, confezionati in imballaggi di carta, vetro, metallo o plastica riciclabile. Spazzolini, rasoi e pettini monouso sono da evitare in favore di lamette e testine intercambiabili e pettini in bambù.
I prodotti alimentari confezionati sono pratici ma spesso di scarsa qualità oltre che dannosi per l’ambiente. È quindi preferibile sostituirli con cibi freschi e sfusi, coltivati da agricoltura biologica e secondo una manodopera etica. L’acqua in bottiglia invece è ormai comodamente sostituibile con caraffe filtranti o filtri per rubinetto.
È ad oggi ancora molto difficile eliminare del tutto gli oggetti in plastica monouso, ma andrebbero utilizzati solo in casi limitati e preferibilmente realizzati con bioplastiche biodegradabili o meglio ancora compostabili o riciclabili realizzate a partire da fonti rinnovabili e non fossili. È impossibile negare la comodità della plastica, produciamo ogni giorno una quantità enorme di rifiuti, è quindi nostro dovere cercare di compensare facendone un uso consapevole e circoscritto che abbia come fine il riciclaggio: ogni cittadino è infatti tenuto ad informarsi sulle pratiche di differenziazione e riciclaggio del proprio Comune. Sono i comportamenti semplici e quotidiani applicati su larga scala che determinano cambiamenti in grado di migliorare l’impatto che, come esseri viventi, provochiamo sul nostro ecosistema.