L’analisi del ciclo di vita è uno strumento metodologico riconosciuto internazionalmente attraverso il quale si valuta l’impatto che un prodotto, o un servizio, ha sull’ambiente e sulla salute umana durante tutto il corso della sua vita, dalla produzione alla fine.

È regolato secondo le norme dell’Organizzazione internazionale per la normazione (ISO) 14040:2006 e 14044:2006 che ne definiscono i principi e il quadro di riferimento, i requisiti e le linee guida.

L’Analisi del ciclo di vita è un metodo oggettivo, utilizzato in sistemi di economica circolare, che permette di quantificare le risorse e le energie impiegate durante tutte le fasi di realizzazione del prodotto analizzato tenendo conto dei tantissimi processi impiegati durante le macro-fasi di produzione (costo delle materie prime e conseguente lavorazione, uso energetico per la produzione, manodopera), distribuzione e trasporto, uso (aspetto sociale ed economico) e manutenzione, smaltimento e riciclo.

L’obiettivo dell’analisi del ciclo di vita di un prodotto è quello di raccogliere le informazioni necessarie per adottare soluzioni utili a ridurre quanto più possibile l’impatto ambientale generato dalla vita del prodotto, sviluppando e migliorando i processi svolti secondo una pianificazione strategica basata su marketing ambientale, ecodesign ed economia circolare.

economia circolare

Le quattro fasi del metodo

L’analisi del ciclo di vita segue quattro fasi principali a loro volta complessamente organizzate:

  1. Definire l’obiettivo e il campo di applicazione
    La prima fase è necessaria per inquadrare l’analisi vera e propria. Si parte stabilendo l’obiettivo e lo scopo per i quali viene realizzata, il contesto e il tipo di pubblico cui è destinata.
    Vengono inoltre stabiliti altri tre importanti fattori dell’analisi e cioè: l’unità funzionale del prodotto, che serve come riferimento qualitativo e quantitativo per tutti i dati raccolti;  i confini del sistema, ovvero i processi del ciclo di vita del prodotto che vengono presi in considerazione; e le categorie di impatto, scelte in base agli effetti che il sistema analizzato determina sull’ambiente (ne sono esempi il cambiamento climatico, l’uso del suolo, l’eutrofizzazione). 
  1. Analizzare l’inventario
    Questa è la fase più complicata e lunga. Prevede la raccolta di tutti i dati necessari a calcolare gli input e output del sistema individuato precedentemente, relativi a risorse ed emissioni, che vanno a costituire l’inventario del ciclo di vita.
  1. Valutare l’impatto
    È la fase in cui si procede all’elaborazione dei dati raccolti nell’inventario convertendoli in informazioni relative agli impatti che il ciclo di vita del prodotto analizzato ha concretamente sull’ambiente e sulla salute umana. Questo avviene attraverso alcune sottofasi dette di Classificazione dei dati in base al tipo di impatto che determinano; Caratterizzazione dei singoli input e output in base al tipo di impatto che determinano; Normalizzazione degli impatti determinati secondo un unico valore di riferimento tale per cui è possibile svolgere un confronto.
  1. Interpretare
    Nell’ultima fase vengono infine correlati i risultati ottenuti nella seconda e terza fase di modo da ottenere l’identificazione dei punti critici dell’analisi ed eventuali modifiche necessarie alla modellizzazione della stessa per ottenere risultati migliori; e la valutazione dei dati comparati tale da produrre conclusioni tecniche e solide applicabili per gli scopi e gli obiettivi stabiliti nella prima fase, in un’ottica di economia circolare e di perfezionamento del prodotto.  

 analisi del ciclo di vita 2

Considerazioni finali e vantaggi

L’analisi del ciclo di vita è da un punto di vista tecnico molto efficace. Vista la sua complessa struttura ne deriva che il suo impiego abbia costi tendenzialmente elevati, che vengono ridimensionati se si pone lo sguardo ai vantaggi che produce, tra cui: l’uso migliorato di risorse e investimenti durante il ciclo di vita del prodotto o servizio analizzato; una maggiore trasparenza della filiera produttiva; la flessibilità dell’analisi stessa che può essere svolta secondo approcci differenti; ed infine, cosa ben più importante, la messa a disposizione di una concreta pianificazione strategica che rende possibile la riduzione dei diversi impatti ambientali considerati.

Concludendo è impossibile non notare come questo sia uno strumento tanto utile quanto necessario all’interno di una società sempre più sensibile ai valori di sostegno e cura dell’ambiente, si presta come stretto alleato dell’economia circolare che prende sempre più spazio nei sistemi di produzione dei beni d’uso e consumo che guardano alla sostenibilità.