Ormai la parola greenwashing invade i motori di ricerca, gli articoli e le pagine social. Ma c’è chi ancora potrebbe non conoscere il suo significato. Questa parola, utilizzata a partire dalla fine degli anni 80, è composta da green, verde, che richiama il mondo dell’ecologia, e washing, da to whitewash tradotto in italiano come imbiancare, coprire, nascondere, quindi letteralmente è traducibile come “ricoprire di ecologia” cioè nascondere qualcosa con una patina di ecologia apparente, non veritiera.

Il greenwashing è una strategia di marketing utilizzata da aziende che dimostrano un’attenzione fittizia al valore dell’ecosostenibilità nascondendo, o non mostrando completamente, le reali conseguenze negative che la produzione dell’azienda stessa ha sull’ambiente.
Con lo scopo di manipolare e confondere gli acquirenti che sono realmente interessati ai valori di sostenibilità e rispetto dell’ambiente molte aziende fanno largo uso del greenwashing dichiarandosi, solo apparentemente, portatrici di valori etici e sostenibili.

È importante quindi avere un’alta consapevolezza di questi temi per riuscire a contrastare gli inganni.

Un buon modo per contrastare il greenwashing è valutare se determinate aziende possiedono le certificazioni riconosciute a livello internazionale e favorite dalle più importanti organizzazioni di agricoltura biologica e sviluppo responsabile e sostenibile del settore tessile. Queste permettono di individuare le aziende che si occupano realmente di ecosostenibilità e temi affini. Alcune delle più importanti sono:

  • Global Organic Textile Standars (GOTS): certifica che i prodotti siano costituiti almeno per il 70% da fibre naturali da agricoltura biologica, realizzati con prodotti chimici adeguati agli standard e in collaborazione con attività manifatturiere terze in linea con i principi ecosostenibili.

  • Organic Content Standard (OCS): ottenuta attraverso un processo a più fasi durante le quali i prodotti e il processo produttivo vengono valutati e ispezionati. Viene poi assegnato un certificato di conformità agli standard che viene confermato annualmente con le ispezioni periodiche di tutti gli stadi produttivi.

  • Global Recycled Standard (GRS): certifica e garantisce che i prodotti contengano almeno il 20% di materiale riciclato.

  • OEKO-TEX® Standard 100: con la quale si controllano e certificano le materie prime, i prodotti non finiti e finiti e i materiali accessori. Attraverso criteri e metodi scientifici, i cui parametri sono altamente esigenti e validi internazionalmente, certifica sicurezza ed efficacia.

  • People for the Ethical Treatment of Animals (PETA): organizzazione a sostegno del diritto degli animali che si batte, fra le diverse cose, contro l’allevamento intensivo e la sperimentazione sugli animali. Assicura quindi che i prodotti dell’azienda certificata siano realizzati nel pieno rispetto dei diritti degli animali.

  • Animal Free: un progetto nato per la difesa degli animali nell’industria della moda, assegna una certificazione a quelle aziende che eliminano dalla loro produzione materie di derivazione animale come filati, pelle, piume e pelliccia.

Un elenco di certificazioni contro il greenwashing, la cui conoscenza permette di fare acquisti in maniera più consapevole.
È per questo che noi di OWN ci impegniamo nella sostenibilità della moda e nella trasparenza della nostra produzione.
Sul nostro sito trovi l’elenco delle nostre certificazioni.

Pensiamo che sia importante creare consapevolezza attorno a questi temi che diventano sempre più quotidiani e importanti. Il concetto alla base della nostra idea di moda è che dietro ogni acquirente ci sia un cittadino che crede in determinati valori e li porta avanti attraverso - quelle che possono sembrare - semplici scelte d’acquisto. Noi di OWN vorremmo diffondere valori che siano di difesa della natura e delle sue risorse, di risparmio energetico e di rispetto di tutte le persone lavoratrici nell’industria della moda.