I saldi, soprattutto quelli estivi, sono un momento molto atteso per gli amanti dello shopping. Le vetrine dei negozi, sia fisici che digitali, si riempiono di cartelloni e inserzioni con sconti allettanti, novità e promozioni stagionali e i consumatori si affrettano a cacciare le migliori offerte.
Quella dei saldi diventa una vera e propria stagione di caccia al miglior prezzo. Ma dietro questa frenesia degli acquisti si nasconde un impatto ambientale significativo che spesso passa inosservato.
L’impatto ambientale di sconti e promozioni
I saldi sono una strategia di marketing utilizzata dall'industria della moda - soprattutto quella fast fashion - per svuotare i magazzini e vendere le rimanenze di stagioni passate. Solitamente, le grandi aziende, ma anche i più piccoli negozi, propongono sconti elevati per attirare i clienti e stimolare le vendite, approfittando del generale flusso di acquisti che durante la stagione dei saldi raggiunge picchi molto elevati. Tuttavia, questa pratica ha conseguenze negative per l'ambiente.
Uno degli impatti principali dei saldi sull'ambiente riguarda la produzione e lo spreco di abbigliamento. L'industria della moda è già una delle più inquinanti al mondo: si è parlato molto, anche in altri articoli del nostro blog, dell’enorme impatto ambientale generato da questo settore per la produzione, il trasporto e lo smaltimento dei prodotti d’abbigliamento. Durante i saldi, la produzione di nuovi capi aumenta ulteriormente per riuscire a soddisfare l’enorme domanda dei consumatori, prodotta dal clima frenetico della stagione, che vengono bombardati da promozioni e offerte accattivanti, portando a un maggiore consumo di risorse naturali, all'aumento delle emissioni di CO2 e un esponenziale incremento del lavoro per persone che subiscono ritmi di lavoro già normalmente non etici e soffocanti.
La macchina dell’industria della moda non riposa mai. Nella stagione dei saldi aumenta il suo ciclo produttivo, bruciando importanti risorse disponibili in quantità ormai limitate.
I saldi contribuiscono al fenomeno dello "shopping compulsivo". Le offerte allettanti e l'atmosfera di acquisto sfrenato spingono i consumatori a comprare più di quanto effettivamente necessitino. Questo comporta l'acquisto impulsivo di capi che potrebbero rimanere inutilizzati o essere scartati dopo pochi utilizzi. Il risultato è un enorme spreco di abbigliamento, che finisce per inquinare gli ecosistemi e riempire le discariche.
Un altro impatto ambientale dei saldi riguarda i materiali utilizzati nella produzione dei capi. Spesso, durante i saldi, vengono preferiti materiali economici e di scarsa qualità per ridurre i costi di produzione, che già sfiorano livelli bassissimi. Le enormi aziende quindi preferiscono materiali sintetici, come il poliestere e l'acrilico - derivati dal petrolio - che richiedono una grande quantità di energia fossile per essere prodotti e tra i più difficili da riciclare, motivo per cui spesso il loro smaltimento è causa del rilascio e della formazione di microplastiche nell'ambiente, in suoli e mari che sono la nostra fonte di approvvigionamento alimentare.
Sconti attivi, ma non sull’ambiente
Come consumatori consapevoli, è importante considerare l'impatto ambientale dei saldi e cercare alternative più sostenibili.
Un buon esempio sarebbe quello di adottare un approccio di shopping consapevole, acquistando solo ciò di cui effettivamente abbiamo bisogno: le offerte e le promozioni stagionali sono un modo per risparmiare su acquisti che abbiamo già intenzione di fare.
Possiamo poi decidere di scegliere capi realizzati con materiali sostenibili, certificati, a basso impatto ambientale. È importante quindi cercare di continuare ad acquistare, soprattutto durante la stagione dei saldi, prodotti d’abbigliamento e accessori in negozi che durante tutto l’anno si impegnano per assicurare standard etici ed ecosostenibili nel settore della moda, che vendono capi di qualità, realizzati con fibre naturali e riciclabili.
In conclusione, i saldi estivi dell'industria della moda hanno un impatto significativo sull'ambiente, contribuendo alla produzione e allo spreco di abbigliamento, all'aumento delle emissioni di CO2 e all'uso di materiali non sostenibili. Come consumatori, è importante essere consapevoli di questi impatti e adottare un approccio di shopping più sostenibile.
Non bisogna fare sconti né sulla qualità dei prodotti, né sulla vita dei lavoratori e delle lavoratrici di questa industria. È bene ricordare che anche da semplici acquirenti partecipiamo ad un ciclo produttivo che ha conseguenze di ampio raggio.
In questo modo, possiamo contribuire a ridurre l'impatto dell'industria della moda sull'ambiente e promuovere una moda più responsabile ed eco-friendly.