L’etichetta degli indumenti è quel piccolo elemento di tessuto cucito all'interno dei capi di abbigliamento che fornisce le informazioni più importanti del prodotto. Può contenere una serie di dettagli utili e necessari affinché il consumatore possa consapevolmente scegliere in base alle proprie esigenze d’acquisto ed è di particolare aiuto per l’uso e la cura corretti del capo.
In Europa è il Regolamento n. 1007 del 2011 “relativo alle denominazioni delle fibre tessili e all’etichettatura e al contrassegno della composizione fibrosa dei prodotti tessili” a dettare regola in materia. Pone ordine nella caotica questione di produzione all’interno dell’industria tessile, al fine di salvaguardare da contraffazioni e informazioni mendaci. Concorda le disposizioni applicate per l’impiego delle definizioni delle fibre tessili, dell’etichettatura e della composizione fibrosa dei prodotti tessili.
Dentro un capo: tutte le informazioni che non devono mancare
Un’etichetta ben fatta fornisce informazioni su:
- Composizione dei materiali: vengono elencati i materiali utilizzati in percentuale per la realizzazione del capo (esempio cotone, poliestere, lana, seta, ecc). Se presenti più di due fibre ad ognuna viene indicata la percentuale specifica, eccetto per quelle fibre che non superano il 10% del peso totale del capo che possono invece essere raggruppane sotto l’indicazione “altre fibre”, seguita sempre dalla percentuale. Questi dati sono importanti per determinare la qualità del tessuto, le caratteristiche che lo contraddistinguono, che sono determinate dalle fibre con cui è stato realizzato. Un capo per definirsi sostenibile è preferibile che sia realizzato a partire da fibre organiche e naturali e che sia composto del minor numero possibile di fibre (meglio se una sola).
- Taglia e misure: spesso, ma potremmo dire quasi sempre, è indicata la taglia del capo. Che viene scritta in base alla scala di taglie che viene adottata dal brand, quindi a lettere (XS, S, M, ecc) o in numeri (36, 37, 38, ecc). Possono essere più o meno dettagliate in base al tipo di capo e fornire anche misure in centimetri o pollici. Un’etichetta ben dettagliata aiuta il consumatore nella scelta più adeguata per i suoi gusti evitando quindi complicazioni che portano ad acquisti compulsivi.
- Marchio o brand: può essere contenuto il marchio o il nome del brand, specialmente se non è presente un logo in vista sul capo. Indispensabile per associare al prodotto la reputazione e la qualità dell’azienda che lo ha prodotto.
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Istruzioni per la cura: si possono leggere anche le indicazioni su come lavare, asciugare, stirare o pulire a secco il capo nella maniera corretta attraverso dei simboli utilizzati internazionalmente. Questo fa sì che il capo possa essere trattato nel miglior modo possibile e che venga quindi mantenuto a lungo, prolungando il suo utilizzo: la durabilità di un capo è infatti uno dei principi cardine della sostenibilità in ambito tessile.
- Paese di origine: in alcuni indumenti è indicato il paese in cui è stato fabbricato il capo. Un dato che informa sulla manodopera che c’è dietro la realizzazione di quel capo, non può dirsi sostenibile un indumento che sia stato prodotto attraverso lo sfruttamento e in condizioni non etiche per lavoratori e lavoratrici.
Le informazioni aggiuntive sulla sostenibilità
In linea con una sempre più grande attenzione alla sostenibilità anche le indicazioni scritte sull’etichetta cambiano. Possono infatti essere riportate le certificazioni ecologiche e green che un capo – e l’azienda che lo produce – possiede. Viene specificato se una o più fibre sono di natura organica, se sono state utilizzate fibre riciclate o l'uso di tinture e processi di finissaggio adoperati per migliorare le caratteristiche di un tessuto.
È importante leggere – ma soprattutto saper leggere – attentamente l’etichetta degli indumenti che è a tutti gli effetti uno strumento utile, se non fondamentale, per comprendere la composizione del tessuto, la provenienza del prodotto e le istruzioni per mantenerlo in buone condizioni nel tempo.
L’etichetta ci permette di capire cosa c’è dietro la realizzazione di un capo, qual è stato l’impatto produttivo che ha avuto sull’ambiente e quale avrà in futuro. Dovrebbe essere in grado di stimolare nel consumatore le domande che lo avvicinano alla sostenibilità: è un capo riciclato o riciclabile? La qualità di questo indumento è alta o bassa? Lo utilizzerò spesso? È resistente ai lavaggi? Vale la pena comprarlo?